Sei appassionato di trading e finanza e allo stesso tempo, quando hai un po’ di tempo libero, lo passi su Facebook o Instagram? Se la risposta è sì, di sicuro l’algoritmo dei social networks ti avrà fatto visualizzare, almeno una volta, uno dei tanti post a pagamento del trader Antonio Carnevale.
Se ti stai domandando di chi si tratta, abbiamo provato a ricostruirlo in maniera imparziale in questo articolo.
Noi di QualeBroker.com cerchiamo sempre di raggiungere i più alti standard di trasparenza in un settore, quello del trading e degli investimenti, dove l’obiettivo di molti squali è quello di trarre profitto alle spalle dei pesci piccoli. Che si tratti di un broker, una banca o un trader, il nostro obiettivo è quello di “scannerizzare” il nostro target, al fine di rilasciare un’opinione obiettiva e onesta che aiuti l’utente nella maturazione del suo giudizio finale.
Antonio Carnevale curriculum
Antonio Carnevale risulta laureato in Economia presso l’Università di Siena, nel 1991. Ha poi ottenuto a Oxford, sempre nello stesso anno, un master presso l’ISDA (International Swaps and Derivatives Association).
Nei successivi quattro anni non è chiaro cosa lui faccia (sul suo profilo Linkedin non vengono riportate le sue esperienze lavorative in questo lasso di tempo). Sappiamo che dal 1995 lavorerà per Deutsche Bank. Qui ci rimarrà per quattro anni e mezzo e ricoprirà, tra i vari incarichi, quello di “Tesoriere e Head of Money Markets and Repos”. In poche parole, è stato a capo del dipartimento che si occupa di gestire la liquidità bancaria.
Questo ruolo che ha ricoperto in Deutsche Bank (e al quale lui dà molta enfasi nei suoi spazi pubblicitari) non sembra a nostro avviso abbia potuto influire nella formazione personale di Carnevale come trader privato. Dico questo perché la liquidità bancaria è spesso gestita tramite strumenti come pronti contro termine, swap, prestiti interbancari: insomma tutte operazioni che nulla hanno a che fare con l’attività di trading dei privati, che poi lui insegnerà più tardi.
Dal 1999 al 2004 c’è un altro buco sul suo Curriculum: non siamo stati in grado di risalire alle sue esperienze lavorative, così come era avvenuto per il periodo dal 1991 al 1995.
Nel 2004 diventa un trader indipendente e consulente finanziario.
Il passaggio a trader e formatore
Dal 2004 ad oggi fonda diverse società di consulenza e formazione. L’ultima è SAMAS, una società che si occupa di formazione finanziaria per i traders professionisti. Lo slogan di SAMAS è d’impatto: la maggior parte dei traders perde soldi a causa dell’analisi tecnica e dell’emotività.
La visione del trading controcorrente di Carnevale è senza dubbio interessante. Permette infatti di approcciare alla materia in maniera diversa rispetto a quella mainstream a cui siamo abituati.
Egli sostiene infatti che l’utilizzo dell’analisi tecnica sia a dir poco fallimentare. I traders perdono tempo e risorse percorrendo una via che non funziona.
Lui stesso, a suo dire, non ha mai usato l’analisi tecnica quando era tesoriere di Deutsche Bank (anche se come detto prima la gestione della liquidità bancaria ha poco a che vedere con l’attività di trading dei privati).
A sostegno delle sue tesi ci sono comunque i risultati. Nel 2004 vince la T-Cup 2004 organizzata da IWBank: nella categoria dei derivati ottiene in 4 mesi una performance del 1.064% rispetto al capitale iniziale.
Nella sua carriera generale di trader privato ottiene nel complesso buone prestazioni. Lo testimoniano anche le opinioni dirette e le recensioni di chi è stato un suo studente/apprendista. I corsisti sono soddisfatti delle nozioni apprese e dei rendimenti che iniziano ad ottenere con il metodo di Carnevale.
Ad oggi lo vediamo spesso analista e opinionista per i principali media finanziari italiani.
Chiunque dunque sia stato attirato dalle sue pubblicità, possiamo sostenere che Antonio Carnevale non è un truffatore. Il suo Curriculum, seppur con diversi passaggi non chiari, risulta di tutto rispetto.
Lo slogan “Scopri il metodo delle banche d’affari” con cui promuove la sua MasterClass sembra più una trovata di marketing che altro. Se però la sua strategia risulta vincente…ben venga la sua pubblicità.