Investire non è un gesto impulsivo, ma un’azione scrupolosamente programmata e ponderata. In una società dove le informazioni circolano alla velocità della luce, il punto di partenza, per qualunque risparmiatore, resta lo stesso: conoscere il proprio profilo, comprendere i rischi e scegliere strumenti adatti. Per questo, il quadro normativo europeo e italiano ha progressivamente rafforzato le tutele per i risparmiatori, soprattutto per chi ha minore esperienza.
Il risparmio, quando è informato, può diventare un investimento sostenibile nel tempo, ma affinché si traduca in un guadagno serve metodo, chiarezza sugli strumenti disponibili e una strategia in linea con i propri obiettivi.
Oggi online esistono tantissimi strumenti di informazione, divulgazione e confronto. Per esempio il comparatore di Facile.it confronta investimenti di vario genere e permette di avere una visuale piuttosto completa del mercato.
Il quadro normativo: come funziona la protezione degli investitori
La regolamentazione di riferimento è la Direttiva MiFID II, in vigore dal 2018 e recepita in Italia nel Testo Unico della Finanza (D.lgs. 58/1998). Questo impianto normativo introduce una distinzione essenziale tra clienti al dettaglio (retail) e clienti professionali, stabilendo livelli di tutela differenziati. I primi beneficiano del massimo grado di protezione, i secondi hanno margini di autonomia maggiori ma tutele ridotte.
Le imprese hanno l’obbligo di effettuare una valutazione di adeguatezza e appropriatezza del servizio o del prodotto proposto, in base al profilo del cliente.
La profilatura riguarda non solo il patrimonio e il reddito, ma anche la conoscenza, l’esperienza, la propensione al rischio e gli obiettivi temporali dell’investimento. La direttiva prevede inoltre che gli operatori agiscano nel miglior interesse del cliente, fornendo informazioni chiare, comprensibili e non fuorvianti.
Nel caso in cui venga fornito un servizio di execution only (cioè l’intermediario si limita ad eseguire un ordine senza consulenza), il cliente deve comunque essere messo nella condizione di sapere se il prodotto scelto è adatto al proprio profilo. Questo vale in particolare per strumenti complessi, come obbligazioni strutturate o derivati.
Conoscere il proprio profilo di rischio
La profilatura non è una formalità. Serve a misurare la capacità economica e quella emotiva di assumere un rischio finanziario. È possibile, ad esempio, avere un’elevata capacità economica ma una bassa tolleranza emotiva alle perdite, oppure l’opposto. La regolamentazione impone che l’intermediario tenga conto di entrambi gli aspetti.
Nel tempo, inoltre, il profilo può cambiare: variazioni di reddito, obiettivi familiari, età o persino esperienze passate con gli investimenti possono spostare il livello di tolleranza al rischio. I
l principio che guida tutto è quello della coerenza: uno strumento finanziario è adatto solo se rispetta la capacità, le aspettative e l’orizzonte dell’investitore.
Investimenti e rischio: non esistono scelte neutre
Ogni investimento implica un certo livello di rischio, compresi quelli considerati “sicuri”. Il rischio non è necessariamente un problema, ma deve essere conosciuto, compreso e accettato. L’equilibrio tra rischio e rendimento è una delle regole base della finanza, e ignorarlo può portare a decisioni non soddisfacenti.
Gli strumenti finanziari si collocano lungo un continuum di rischio. I conti deposito, i buoni fruttiferi o alcune obbligazioni a breve termine offrono protezione del capitale, ma rendimenti modesti. Dall’altra parte, invece, abbiamo azioni, ETF tematici, fondi azionari, criptovalute e derivati, i quali offrono prospettive di rendimento più alte, ma espongono anche a oscillazioni significative.
L'intermediario ha il dovere di proporre solo strumenti adeguati al profilo dell’investitore, ma è sempre l’investitore a dover valutare se lo scenario è coerente con i propri obiettivi.
Le autorità pubbliche, in particolare la Banca d’Italia, la Consob e l’ACF (Arbitro per le Controversie Finanziarie), promuovono un sistema integrato di tutele e strumenti di autotutela per i risparmiatori.
L’obiettivo è ridurre l’asimmetria informativa tra operatori e clienti, garantire un comportamento corretto da parte degli intermediari e incentivare un uso consapevole dei prodotti finanziari.